Sara Palmieri
Logopedia
Comunicazione Aumentativa Alternativa

“La CAA si riferisce ad un'area di ricerca e di pratica clinica ed educativa. La CAA studia e, quando necessario, tenta di compensare disabilità comunicative temporanee o permanenti, limitazione nelle attività restrizioni alla partecipazione di persone con severi disordini nella produzione del linguaggio (language) e/o della parola (speech), e/o di comprensione, relativamente a modalità di comunicazione orale e scritta.» (ASHA, 2005)

Tenendo in considerazione l'affermazione di Pat Mirenda, la CAA non ha prerequisiti, essa è un approccio centrato sulla persona. Il progetto di CAA è costituito da una fitta rete di figure professionali (esperti in CAA, specialisti in CAA, infermieri, logopedisti, neuropsicomotricisti, assistenti alla comunicazione) e partner comunicativi (genitori, insegnanti, amici) che ruotano intorno alla persona con Bisogni Comunicativi Complessi (BCC).

La comunicazione aumentativa basa il suo razionale sul Modello della Partecipazione (Beukelman e Mirenda, 1988), per il quale si prevede che venga condotta da specialisti e/o esperti una valutazione sulle possibilità di partecipazione e comunicazione della persona nei diversi contesti di vita, andando a comprendere quelle che sono le potenzialità e le barriere che vanno affrontate, al fine di implementare le une e abbattere le altre e quindi garantire la migliore qualità di vita possibile della persona. La scelta degli ausili low tech (cartacei) o high tech (digitali), è l'esito di una soluzione assistiva precisa e personalizzata su ogni utente, frutto di un'attenta analisi e valutazione di un team multidisciplinare e interdisciplinare composto da diversi professionisti (esperto/specialista in CAA, psicotecnologo, genitori, facilitatori…) che si occupano anche del training sull'ausilio e del monitoraggio dell'uso dello stesso, implementandolo nei diversi contesti di vita, prevenendone l'abbandono.